Tom Baxter

Per saziare l’appetito degli amanti dei cantautori al di là del Canale della Manica, per sfamare coloro che hanno visto brillanti tramonti amaranto colorarsi sulle note di Damien Rice, David Gray, James Blunt,Van Morrison, Marvin Gaye e di Sua Eccellenza Jeff Buckley, ecco affacciarsi sull’eccedente tavola imbandita delle nuove uscite musicali, una nuova pietanza che abbraccia il gusto più tradizionale, e nuovi esperimenti miscelativi, ricostruendo quel sapore instancabile che insaporisce le notti orfane.

Anticipato dall’uscita della del singolo “Better” , esce proprio in questi giorni, il secondo album di Tom Baxter, “Skybound”. Il suo esordio è datato 2004 quando, pubblicato in Inghilterra con l’etichetta Sony, fa capolino nel mondo musicale con l’album “Feathers and stone”. L’album sebbene acclamato dalla critica, naufraga nelle vendite esigue che scatenano il divorzio dalla casa discografica. “Skybound” album autoprodotto, vede luce grazie alla seconda passione di Baxter, ovvero la pittura. Al fine di produrre il suo album infatti, l’eclettico Tom, dipinge un quadro per ogni traccia, mette in vendita il tutto, e finanzia così il suo ambizioso progetto.

Dieci tracce capitanate dalla semplicissima ed essenziale “Night with”, seguita poi dal pezzo che da il nome all’album, “Skybound”. Colpiscono chiari e semplici le punte di diamante del suo stile: chitarre incalzanti, atmosfere decisamente folk che profumano di nostalgico, pianoforti e violini pregni di malinconia: l’intro del pezzo, per le orecchie più attente ricorda Yann Tiersen, nell’esemplare soundtrack de “Il favoloso mondo di Amelie”. Il ritmo si accresce acquistando una tensione ascendente, è Damien Rice nella dolcezza della voce e dei suoni, ma possiede una carica ignara al cantante irlandese.

Un punto a favore di Baxter. Traccia 3, “Better” il singolo che apre le porte all’uscita dell’album, dolce, semplice, e lenta ballata. Nulla di particolarmente caratteristico, stupisce infatti sul perché sia un pezzo simile a fare da apripista all’album. Strategia per accalappiarsi una maggiore fetta di pubblico!?Mistero.
L’ordine è ristabilito da “Tell her today”: ritmo frenetico: avverti quasi la Spagna brulicarti sotto i piedi e nelle orecchie il picchiettio frenetico dei passi del flamenco: l’ascolto innesca fantasiose visioni. Chitarre magistralmente accompagnate dalle note del pianoforte, che suggeriscono nuovamente quella popolaresca nostalgica malinconia. Miracle scorre via piacevole, ma inosservata. Accompagnata da brillanti percussione, un’altra ballata sussurrata con toni quasi da ninnananna, arriviamo a “The last short”.
L’atipica “Tragic”, anticipa la traccia successiva in cui, chiarissima ed accecante è la strabiliante affinità con il Jeff Buckley di “Mojo Pin” o di “Dream Brother”: il modo lento e straziante di scendere a chiudere le note, lo stesso timbro, la chiusura tragica del pezzo rendono inevitabile il paragone con il genio spezzato figlio di Tim Buckley. Chiudono l’album “Icarus wings”, lunga, sofferente ed emozionante ballata dai guizzi elettronici, “e Light me up”, anche questa ballata semplice e solare ma vagamente incline al pop.
Nel complesso un bel cd, in cui le ballate pop folk di facile ascolto, si stringono a tracce più caratteristiche che non mancano di scenari jazz e swing.
Gran bella prova per Tom Baxter, al quale auguriamo ben volentieri di non finire per essere un songwriter di nicchia,ad usufrutto uditivo di pochi gentili e raffinati palati.

Manuela Sorge

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