Paola e Chiara, i perché della rottura

Paola e Chiara sono tornate in maniera “prepotente” all’interno della scena musicale. E a prescindere dal gradimento più o meno alto che si è sempre avuto per questo duo, va detto che il loro ritorno è stato decisamente meglio della loro rottura.

Paola e Chiara, il periodo difficile

Possiamo far finta che non ci piacciano ma in qualche maniera, almeno con un tormentone estivo, Paola e Chiara sono stata in grado di conquistare diverse generazioni. Ora vedremo Paola come giudice a X Factor, ma siamo sicuri che questo non minerà il sodalizio musicale e personale ritornato in auge con la sorella.

Parlando con il Corriere della Sera la cantante spiega cos’è che ha portato ai problemi con sua sorella Chiara e alla rottura. La donna ammette senza problemi il momento di difficoltà raggiunto dopo 17 anni praticamente vissuti in simbiosi, anche lavorativa. E spiega che sia nato uno stato particolare di insofferenza. Proprio per questo binomio lavorativo che sembrava non lasciare spazio autonomo a entrambe.

Tra Paola e Chiara quella di averne risentito è stata maggiormente Chiara che, forse in virtù del suo essere più grande, ha deciso per la separazione. E se forse la vicinanza emotiva tra sorelle è tornata prima, ci sono voluti 10 anni affinché tornasse il sodalizio artistico. Per tutta la gioia dei fan vecchi e nuovi.

Paola lo spiega senza peli sulla lingua: la reunion con la sorella andrà avanti finché lo vorranno. Conscio del fatto che il duo artistico Paola e Chiara non possa essere cancellato ma che può essere messo in pausa nel momento in cui le due cantanti vorranno seguire dei progetti personali. X Factor per Paola è un sogno che corona la sua carriera. Ha infatti raccontato che le sarebbe sempre piaciuto far parte della giuria perché fan del programma.

La storia di Vamos a Bailar

Paola e Chiara hanno dalla loro successi incredibili, sia collegati all’inizio della loro carriera come “Amici come prima” sia tormentoni estivi che ci hanno conquistato e che ci fanno ballare ancora come “Vamos a bailar“.

E proprio parlando di “Vamos a bailar” racconta un retroscena che ancora non sapevamo. Nonostante questo sia il loro più grande successo, in realtà è stato scartato al Sanremo del 2000, dove Fabio Fazio era conduttore e Sergio Bardotti era il direttore artistico.

Paola e Chiara erano convinte che la canzone sarebbe stata scelta. Non fu così. Il direttore artistico dapprima rifiutò la canzone con parole “poco carine”, salvo poi chiedere scusa alle due cantanti. Di certo la bilancia si inclinò al loro favore. Dato che nonostante l’essere scartato a Sanremo il brano arrivò primo in meta Europa, senza escludere Londra. Un primato che non tutti possono vantare di avere raggiunto.

Tananai e Annalisa, duetto in Storie brevi

Tananai e Annalisa lanciano il duetto di “Storie brevi“. E la prima cosa che ci viene in mente è che non sapevamo di aver bisogno di questo brano fino a che non l’abbiamo ascoltato.

Tananai e Annalisa droppano la hit inaspettata

E non perché lo cantano due artisti in grado di proporci della musica che siamo certi da tempo siano in grado di sfornare hit pressoché perfette. Ma perché il punto forte di Storie brevi sta nella mescolanza della voce di Tananai e Annalisa, unito a quel ritmo più o meno anni ’70 che ci consente di inserirci in un contesto quasi retrò a livello musicale.

Il testo riguarda l’inizio di un rapporto interpersonale molto forte e travolgente che non si limita alla classica toccata e fuga estiva. E quel che piace molto di questa canzone è che non parliamo di un featuring o di un botta e risposta. Ci troviamo davanti a un duetto nel vero senso della parola. Probabilmente l’ultimo che abbiamo sentito in tal senso è stato “Brividi” di Mahmood e Blanco.

Può diventare questo brano un tormentone estivo? In realtà le caratteristiche le avrebbe anche tutte. Ora, non arriveremo a considerarla come “Something stupid” di Robbie Williams e Nicole Kidman come ha fatto Annalisa nel corso di un’intervista col Corriere della Sera. Ma dobbiamo ammettere che si tratta di di un duetto che ha davvero molto potenziale.

E grazie a Dio, per una volta, ci allontaniamo da quei ritmi latino americani e da quei testi contenenti riferimenti all’estate che ci avevano un po’ stufato. In questo caso Tananai e Annalisa ci propongono un bel duetto.

Un brano estivo che funziona nella sua semplicità

Qualcosa che ci fa venire voglia di ascoltarla mentre effettivamente ci muoviamo in auto verso la vacanza. Ma che risulta essere perfetta anche da ascoltare in pieno autunno. Insomma, Storie brevi è un brano dal giusto ritmo, dalle sonorità interessanti e dalla capacità evocativa importante.

Tananai e Annalisa quindi ci propongono qualcosa di differente rispetto a quello che abbiamo ascoltato finora d’estate. Lo sottolineiamo: non rinneghiamo nulla di ciò che ci è piaciuto finora. Ma Storie brevi nella sua semplicità rappresenta comunque qualcosa di estremamente differente rispetto al passato. Un ritorno forse proprio a quegli anni ’90 dove questo tipo di canzoni puntava ad ampliare il nostro immaginario.

Oltre che a farci sognare che l’estate o che i grandi amori non finissero mai. Il brano, in generale, sembra essere qualcosa che esula un po’ da tutte quelle pressioni alla classifica tipiche dei soliti tormentoni estivi degli ultimi anni.

E forse è proprio per questo motivo che all’ascolto, già dal primo, funziona perfettamente.

Eurovision 2024, vince la Svizzera

La Svizzera conquista l’Eurovision 2024, superando la favorita Croazia. La nostra Angelina Mango si piazza settima, in una kermesse che mai come quest’anno è stata movimentata.

Eurovision 2024 tra le edizioni più burrascose

Tra cantanti squalificati e proteste di ogni genere per la partecipazione di Israele alla manifestazione. Mettendo da parte ciò, ancora una volta è stata comunque la musica a essere protagonista e, va detto, anche delle performance vecchio stile.

Non possiamo fare a meno di pensare ai Baby Lasagna, che personalmente pensiamo dovessero conquistare il primo posto. Senza nulla togliere ovviamente alla Svizzera che non ha mancato di portare una signora canzone.

Uno dei tratti più belli e interessanti dell’Eurovision 2024, come dei precedenti? Senza dubbio quella spinta allo stupire che abbiamo visto nuovamente sul palco. Ricordiamo ancora i bei tempi andati quando la Russia portò delle vecchine a impastare il pane.

Tutto in questa manifestazione è esagerato. E se si riesce a portare una performance grandiosa unita a una canzone importante, il gioco è fatto. Ovviamente alcune cose potevano essere migliorate in generale. Altre gestite meglio. È mancata un po’ di spensieratezza.

Ma ciò non toglie che chi ha seguito Eurovision 2024 si è potuto assicurare la sua buona dose di musica e pazzia.

Brava Angelina, nonostante tutto

L’Italia con Angelina Mango si è piazzata settima. Dobbiamo ammetterlo, pensavamo peggio. Seriamente. Ma non perché Angelina abbia sbagliato qualcosa, anzi. A livello di voce ed esibizione cosa vuoi dirle se non “Brava!“?

Ma rimane il fatto che il suo brano non era propriamente adatto. E questo ci ha penalizzato parecchio. San Marino ci ha dato dieci punti, privandoci del meme che per anni ci ha accompagnato da quando ci diede zero. Ma la nostra cantante non deve davvero rimpiangere nulla. Ha dato il massimo sia sul ballo che sulla voce soprattutto, sempre perfetta.

E a noi va bene così. Siamo coscienti che devono esserci particolari congiunzioni astrali affinché l’Italia possa vincere. Eurovision 2024 evidentemente non era il momento giusto. Siamo certi che nei prossimi anni sapremo rifarci. E magari bissare una vittoria al cardiopalma come quella ottenuta dai Maneskin qualche anno fa. Sognare non costa nulla giusto?

Ecco la classifica finale:

  1. Svizzera 591
  2. Croazia 547
  3. Ucraina 453
  4. Francia 445
  5. Israele 375
  6. Irlanda 278
  7. Italia 268
  8. Armenia 183
  9. Svezia 174
  10. Portogallo 152
  11. Grecia 126
  12. Germania 117
  13. Lussemburgo 193
  14. Lituania 90
  15. Cipro 78
  16. Lettonia 64
  17. Serbia 54
  18. Regno Unito 46
  19. Finlandia 38
  20. Estonia 37
  21. Georgia 34
  22. Spagna 30
  23. Slovenia 27
  24. Austria 24
  25. Norvegia 16

Pinguini tattici nucleari e il no al docufilm

I Pinguini tattici nucleari sono ormai da tempo una delle realtà musicali più solide italiane. E differentemente da altri artisti, avrebbero detto no a un docufilm su di loro.

Il successo dei Pinguini tattici nucleari

La cosa bella dei Pinguini tattici nucleari e che siamo in molti a ricordare quando erano un gruppo considerabile indie molto seguito e capace di incuriosire chiunque. Ora a 5 anni dal loro debutto “ufficiale”, riempiono palazzetti e stadi e sono stati in grado di lasciare il segno con un terzo posto anche a Sanremo, nel lontano 2020.

Una volta si producevano in casa ed erano considerati un progetto indie. Oggi piacciono a tutti indistintamente. Macinano record su record ma la vivono tranquillamente. La band bergamasca è un momento impegnata nel “Non perdiamoci mica di vista -Fake news indoor tour“, ma in precedenza hanno portato a casa un enorme successo negli stadi.

E il bello del loro approccio alla musica e alla notorietà e che sono rimasti sempre gli stessi. A margine del primo concerto del tour avvenuto a Milano in questi giorni raccontano come il live sia una parte integrante del loro essere. “Noi nasciamo come band live” sottolineano. “E il live è parte del nostro dna. Abbiamo imparato”, continuano, “che il rito dei concerti è centrale per noi”.

I ragazzi spiegano come ovviamente si tratti di lavoro e come tale venga preso seriamente. Ma anche come allo stesso tempo sia divertimento. Certo, gli impegni ci sono e il tempo lo si passa lontano dalle famiglie. Ma al momento si tratta di un elemento che ancora non ha creato dissapori.

Tour di successo e tanta gavetta

Il tour nei palazzetti dei Pinguini tattici nucleari conta su 33 date, praticamente sold out. E per il 2025 è già stato annunciato un nuovo progetto per gli stadi.

Il tour negli stadi ha raccolto un milione di fan sotto il palco. Numeri da capogiro che per i Pinguini tattici nucleari però non vogliono rappresentare solo un dato. C’è contentezza ma è sempre la musica a prevalere su tutto.

Uno dei punti di forza dei Pinguini tattici nucleari è stata la forte gavetta che hanno fatto negli anni. Parliamo di un gruppo che prima del successo del 2019 talvolta vedevamo anche in video insieme altri artisti bolognesi come gli Space Valley, tra i quali vi è anche Nelson dei Rovere.

Tornando a parlare del docufilm, i Pinguini tattici nucleari hanno già rifiutato una simile proposta.almeno per il momento. Non sono convinti infatti che possa essere adatta un’operazione del genere, ora. E parlando con Il Messaggero spiegano che questo rifiuto è prettamente legato al fatto che molto può essere ancora raccontato del loro gruppo.

E quindi si chiedono: perché raccontare una storia a metà?

Pupo boicottato in Lettonia, annullato concerto

Pupo è stato boicottato in Lettonia. Il suo concerto, previsto per il prossimo 26 aprile a Vilnius, è stato cancellato. E le ragioni sono di tipo politico.

Pupo e le amicizie malviste

Pupo, come artista, ha la libertà di esibirsi ovunque voglia e dovunque organizzi, ovviamente con il consenso delle autorità del luogo. Il problema dove nasce? Nei giorni scorsi il cantante italiano si è esibito al Cremlino con il suo “Gli amici di Pupo”. E in un particolare contesto geopolitico come quello attuale, questa mossa non è piaciuta ai lettoni.

I quali, ovviamente non in amicizia con i russi, hanno deciso di boicottare il cantante. È lo stesso Pupo a raccontarlo in un video diffuso dall’agenzia russa Tass. L’artista ha spiegato che già qualche settimana fa aveva ricevuto una telefonata dall’organizzatore dello spettacolo in Lituania. Questi gli spiegava che stavano sperimentando molte pressioni sia da giornalisti che da politici per via del concerto organizzato per lo scorso 15 Marzo In Russia.

In poche parole avevano fatto capire a Pupo che se avesse cantato in Russia non avrebbe poi cantato in Lituania. “Io posso prendere ordini dagli amici lituani e seguire le loro indicazioni?”, spiega. “Con tutto il rispetto, non ho mai preso ordini da nessuno e ho sempre fatto quello che ho ritenuto giusto e opportuno”.

È possibile parlare di censura?

Nel momento in cui voto sostiene che l’arte e la musica e la cultura non debbano subire nessun tipo di censura, ha ragione. Il problema è che in questo particolare periodo storico, quello che può essere giudicato come è giusto e opportuno personalmente rischia di non esserlo effettivamente a livello generale.

E se come artista ovviamente lui non si pone il problema di esibirsi in qualsiasi posto venga richiesto, rimane il fatto che determinati approcci all’organizzazione di concerti possano essere mal visti.

Niente contro Pupo in generale ovviamente, ma come viene ricordato all’interno di un articolo pubblicato sull’emittente lituana di Stato,  l’autore di “Su di noi”, per quelle che vengono considerate simpatie filorusse, è stato bandito dall’ucraina dal 2022.

È innegabile che prima del cambiamento della scena geopolitica Pupo non si sia mai fatto problemi nell’esibirsi e nel cantare dovunque e con chiunque. In realtà la cancellazione del suo concerto è stata dettata dai gestori dell’arena. Anche perché non sarebbe persona non grata in Lituania.

Insomma, l’annullamento è strettamente legato all’indisponibilità dell’arena punto i cui gestori non hanno assolutamente nascosto l’antipatia per Enzo Ghinazzi. Voi cosa ne pensate? Hanno fatto bene o hanno fatto male?

Sanremo 2024, vince Angelina Mango

A Sanremo 2024 vince Angelina Mango. Un sorpasso a sorpresa nei confronti di Geolier ottenuto, va detto, grazie a una sala stampa particolarmente attenta.

Sanremo 2024, musica e tante polemiche

Gli animi si sono scaldati fin dalla serata di venerdì, quando l’artista napoletano era arrivato prima nella classifica delle cover. Tante le esibizioni più belle, tra le quali svettavano proprio quella di Angelina Mango e Annalisa, terza classificata in questo Sanremo 2024.

Un trionfo quello di Angelina meritato: la canzone è orecchiabile, lei canta bene e soprattutto si parla di un brano che può adattarsi a un contesto eclettico come quello dell’Eurovision.

Un podio quello di Sanremo 2024 che sicuramente vedrà trascinarsi dietro qualche polemica. Basta pensare al televoto che non funzionava troppo bene o ancora alle accuse da parte di qualcuno di politicizzazione.

Quello che si è appena concluso è il quinto e ultimo di Amadeus alla conduzione e con quello che abbiamo visto finora è inutile dirlo: ci sentiamo già orfani.

Chi verrò dopo sarà capace di selezionare canzoni che ricorderemo? L’intrattenimento sarà di livello. Intendiamoci, non tutti hanno fatto pena o raggiunto scarsi risultati. Ma la formula di Amadeus era collaudata, famigliare e capace di attirare qualsiasi generazione. Era perfetta? No, basta pensare alle votazioni di quest’anno.

Ma è stato in grado di riavvicinare molto pubblico alla kermesse. Di certo dobbiamo dirlo, avremmo voluto in posizioni più alte Mahmood, Fiorella Mannoia, Il Volo. E anche I Ricchi e Poveri: vi siete resi conto di che bop hanno portato sul palco?

Ma ci sono piaciuti anche i La Sad e abbiamo trovato Ghali immenso. Anche lui meritava di più in questo Sanremo 2024. E anche Dargen D’amico la cui canzone non solo era particolarmente ritmata e ballabile. Era anche dotata di un ottimo messaggio sociale. BigMama ci è piaciuta davvero, sia per musica che per testo.

Giorgia e Mengoni iconici

Va detto: Sanremo 2024 era pieno di stupende canzoni. E al netto di qualche ospitata un po’ particolare, aver dato alla musica ampio spazio grazie ai co-conduttori ha ripagato totalmente. Viviamo ancora per le esibizioni di Giorgia e di Marco Mengoni.  La qualità è stata eccelsa.

Tornando alla serata delle cover, senza dubbio  Angelina Mango che canta La Rondine trionfa su tutto. A parimerito, sebbene di tutt’altro stampo, con quella di Annalisa che con La Rappresentante di lista ci ha regalato una versione di Sweet Dreams pazzesca. Ci chiediamo quando riusciremo a vederla trionfare sul podio.

E Ghali che ha portato l’arabo nel suo medley? Sanremo 2024 rimarrà iconico per tanti motivi. Chi verrà dopo sarà in grado di replicare?

Sanremo 2024, le canzoni fanno schifo?

Sanremo 2024 ci presenterà delle canzoni che faranno schifo? È una domanda lecita se pensiamo alla media dei voti dati da chi ha ascoltato i brani in anteprima.

Loredana Bertè vera rivelazione di Sanremo 2024?

E per quanto vi siano delle fluttuazioni particolari a seconda dell’età e dei gusti di chi ha ascoltato, il messaggio generale è quello che se ci aspettiamo un capolavoro, aspetteremo invano.

Al momento forse l’unica a mettere d’accordo tutti è Loredana Bertè. I voti cambiano di numerazione ma non solo tutti sono concordi che sia l’unico brano rock degno di nota. Ma anche sia il pezzo più apprezzabile in generale.

La maggior parte dico loro che ho ascoltato si azzardano a dire che forse e proprio il suo “Pazza” che potrebbe raggiungere la vittoria a Sanremo 2024. E se dobbiamo essere sinceri non ci stupirebbe e ci farebbe felici se riuscisse a raggiungere il podio. In generale sembrano essere tutti concordi che almeno il premio della critica debba essere il suo.

Come abbiamo già anticipato questo è l’unico punto che tutti quanti condividono, insieme all’apprezzamento più o meno ampio per “Onda alta” di Dargen D’Amico. Non vogliamo dire che possa essere considerato la rivelazione di questo Festival, ma di certo dentro Sanremo 2024 non stona affatto.

Va detto che rispetto agli altri anni sono molto pochi i testi con un messaggio sociale ma sono diversi i cantanti che aspettiamo di sentire con l’orecchio del fan e non con quello del critico musicale. In fin dei conti Sanremo 2024, come tutti gli altri, potrebbe conquistare anche per una canzone d’amore. Sebbene quest’anno sembra che tutti i punti non un po’ più a qualcosa di ritmato. Almeno per attirare l’attenzione.

C’è chi convince e chi no

Diversi ascoltatori della critica non sono convinti della canzone de Il Volo. Forse perché è un po’ troppo pop? Eppure i nostri tre ragazzi fanno successo in tutto il mondo continuando a essere bistrattati in patria. Anche quando cercano di avvicinarsi a sonorità più moderne.

Per quanto tutti quanti storcano un po il naso davanti al brano melodico di Renga e Nek, noi in realtà speriamo un po’ che possa riportarci indietro a quei Sanremo degli anni ’90 dove l’elettronica c’entrava poco. E a vincere su tutto erano le belle voci.

Alessandra Amoroso, alla sua prima partecipazione, in questo Sanremo 2024 sembra aver puntato più di tutti sul classico sanremese. Ma non ha convinto tantissimo e per tale ragione non vediamo l’ora di ascoltarla. Anche SanGiovanni partecipa con una canzone d’amore: sarà come “Fai rumore” di Diodato che quest’anno ci riprova ma non convince tutti quanti appieno?

Una menzione particolare deve essere fatta per I Ricchi e poveri che nonostante l’età e il diverso stile ci credono e ci provano.

L’Anno che verrà: Amadeus svela i nomi

L’Anno che verrà di Amadeus è senza dubbio l’appuntamento televisivo musicale più atteso dell’anno. Dopo Sanremo ovviamente. Il presentatore ha già iniziato a darci qualche nome.

Chi sarà presente a L’Anno che verrà

E da quel che possiamo vedere, c’è da esser soddisfatti. Anche se i nomi sarebbero, da quel che si è capito, destinati a crescere. L’Anno che verrà è ormai da tanti anni sinonimo di Capodanno in musica. E se c’è una cosa che è abbastanza chiara è che Amadeus sa come tenere incollati con la musica i propri telespettatori.

Dando vita spesso a quel mix tra presente e passato perfetto. Sia per ballare in piazza che farlo all’esterno. Ecco quindi che non ci sconvolge vedere che anche per quel che riguarda questo Capodanno in musica il presentatore abbia fatto il botto. Anche al netto di eventuali concorrenti e concerti sparsi per l’Italia.

Quest’anno la trasmissione avrà luogo a Crotone e i nomi importanti non mancheranno. Siete curiosi di sapere chi salirà sul palco di Rai Uno? Eccoci pronti. Amadeus ha infatti confermato, tra i partecipanti nomi del calibro di Annalisa, Paola & Chiara, i Ricchi & Poveri, Il Volo, Sangiovanni, Nino Frassica, The Kolors, Cristiano Malgioglio, Dargen D’Amico, gli Autogol. Qualcosa che ci ricorda abbastanza il cast del prossimo Festival di Sanremo.

Non è un caso ovviamente, ma vogliamo lamentarci? Onestamente no. Anche perché diversi nomi sicuramente mancano e L’Anno che verrà finora non è stato mai in grado di deluderci. La cosa divertente di questo evento musicale è che si adatta perfettamente alle esigenze di qualsiasi generazione.

Divertimento assicurato per tutti

Riuscendo ad assicurare divertimento praticamente a tutti. Pensate alla presenza di un nome come Annalisa, in grado di coinvolgere i più giovani e di averci regalato in questi ultimi mesi dei brani che sono entrati nella nostra testa e ci hanno accompagnato nel corso dell’estate e non solo. E ancora Sangiovanni, Cristiano Malgioglio e i The Kolors che quest’anno hanno spopolato con un tormentone tradotto addirittura in inglese per un lancio oltreoceano.

Insomma, se vi vive L’Anno che verrà come una trasmissione prettamente per anziani si è sbagliato di grosso. Ed è questa la sua forza. Un po’ come il burraco mette d’accordo tutti. E musicalmente parlando può essere utilizzata come sottofondo a una serata insieme, come base per un karaoke improvvisato o come discoteca se avete molto spazio a disposizione in casa.

La domanda quindi è: avete curiosità sui nuovi nomi? O siete già pronti a mettervi in fila in piazza a Crotone il 31 dicembre?