Eurovision, vince Israele. Ermal e Fabrizio quinti

Un’edizione un po’ sottotono dell’Eurovision si è conclusa ieri in Portogallo con la vittoria di un’eclettico Israele ed un’Italia straordinariamente quinta, rappresentata da Ermal Meta e Fabrizio Moro, dichiaratisi palesemente soddisfatti del piazzamento.

I fasti delle scorse edizioni sono state un sogno irraggiungibile ieri, sebbene non siano mancate scale infuocate e finti Dracula. I nostri ragazzi si sono comportati perfettamente, non sbagliando una nota e la straordinarietà del piazzamento non è riferita alla loro performance, azzeccata, quanto ad una votazione degli Stati che sembra quasi intenzionata a bloccare l’Italia a prescindere. Detto questo, la vittoria di Netta Barzilai non ci è affatto dispiaciuta: è stata una delle poche cantanti in gara ad interpretare come necessario una manifestazione nata per divertire e scioccare ma allo stesso tempo unire le popolazioni, almeno su questo piano.

Chiamiamole Olimpiadi della musica se vogliamo, lasciando le polemiche ad altri settori. Canzoni a parte va detto che un fuoriprogramma ha colto l’attenzione di tutti: la salita sul palco da parte di un invasore che ha rubato, letteralmente, dalle mani il microfono alla concorrente inglese.

La domanda è: siamo pronti ora a vedere Eurovision sbarcare in Israele? La risposta è sì, a patto che si riesca a tornare a quelle edizioni tipiche degli anni passati, dove l’esagerazione la fa da padrona e dove insieme ai brani ci emozioniamo per gli outfit assurdi e le ancora più pazze esibizioni. Perché infondo quel che ci piace di più di questo evento sono l’amore e le tematiche LGBTQ espresse al loro massimo, la pazzia e l’ecletticità.

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